Agostino, segretario dell'ufficio internazionale della moralità, è un burocrate bigotto e prevaricatore e, come tale, ben visto dal presidente che lo vorrebbe come genero. Si rivela, però, un losco dalla doppia vita. È una piccola vendetta che il cinema italiano si prese contro la censura (democristiana) imperante in quel periodo. Nella seconda parte la satira si affloscia, ma, grazie anche al trucco, il burocrate censore di Sordi è memorabile.